Al Varese Retrocomputing 2024, evento dedicato agli appassionati di tecnologia vintage, ho avuto l’onore di intervistare Sergio Gervasini di ESoCoP. In questa affascinante conversazione, Sergio ci conduce attraverso la storia dei computer più rappresentativi di Steve Jobs, esplorando l’evoluzione tecnologica e culturale di macchine che hanno cambiato il mondo: Apple II, Macintosh e NeXT Cube.
Steve Jobs e Apple II: la rivoluzione dell’home computing
Lanciato nel 1977, l’Apple II è stato il primo grande successo commerciale di Apple. Dotato di un design accattivante, una tastiera integrata e supporto a grafica e suoni, rappresentò un passo avanti rispetto al suo predecessore, l’Apple I, che era un semplice kit per hobbisti.
Sergio ci mostra un modello originale dell’Apple II, parte di una linea che ha incluso successivamente l’Apple Europlus, il IIe e il Platinum, diffusi fino agli anni ‘90. Questo computer ha reso Apple un colosso del settore, grazie alla sua versatilità e al supporto per applicazioni in ambito domestico, scolastico e professionale.
Macintosh: l’inizio di una nuova era
Con il Macintosh 128K, lanciato nel 1984, Apple presentò il primo computer con un’interfaccia grafica e un mouse pensato per il mercato di massa. La macchina, introdotta con una pubblicità leggendaria diretta da Ridley Scott, si distingueva per un design innovativo e una tecnologia all’avanguardia per l’epoca: 128 KB di RAM e un processore Motorola 68000.
Tuttavia, ben presto si rivelò evidente che 128 KB di RAM non fossero sufficienti per gestire molte applicazioni. Apple rese disponibile un’espansione a 512 KB di RAM, ma l’upgrade non era immediato: richiedeva infatti la sostituzione della motherboard. Per facilitare l’operazione, l’azienda mise a disposizione un kit specifico a un prezzo vantaggioso.
Oggi, i modelli originali da 128K, rimasti invariati, sono considerati pezzi rari e ambiti dai collezionisti di computer vintage.
Il Macintosh rappresentò un cambiamento radicale nel modo di utilizzare i computer, rendendo l’informatica più accessibile anche a chi non aveva competenze tecniche. L’interfaccia a finestre, il drag-and-drop e il software come MacWrite e MacPaint permisero agli utenti di creare contenuti con facilità, rivoluzionando i settori della grafica e dell’editoria.
Nel computer mostrato da Sergio durante la presentazione, stava girando Flight Simulator, un simulatore di volo prodotto da Microsoft e disponibile su varie piattaforme, tra cui, appunto, Macintosh.
NeXT Cube e l’origine di Internet, quando Steve Jobs non era in Apple
Dopo il suo allontanamento da Apple nel 1985, Steve Jobs fondò NeXT, un’azienda che progettò il rivoluzionario NeXT Cube. Questo computer, nonostante il suo successo limitato sul mercato, è diventato un pezzo di storia fondamentale: al CERN, Tim Berners-Lee utilizzò un NeXT Cube per creare la prima pagina Internet della storia nel 1990.
Sergio ha mostrato una replica accurata di questa macchina, completa del celebre adesivo “Questo è un server, non spegnetelo!”. Il NeXT Cube era dotato di un’architettura avanzata per l’epoca: un processore Motorola 68040 e il sistema operativo NeXTSTEP.
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