Negli anni ’70, l’industria dei videogiochi stava appena iniziando a prendere forma a livello globale, con progetti e console che cercavano di catturare l’immaginazione dei giocatori in un mondo nuovo e affascinante. Mentre grandi nomi come Atari cominciavano a emergere sulla scena internazionale, anche in Italia si stavano sviluppando alcune iniziative. Due di queste erano il Mesaton e l’Universal Game Computer. Ce ne parla Andrea Contato, in una conferenza registrata in occasione del Varese Retrocomputing 2023.
Mesaton
Il Mesaton, sviluppato da Mesa 2 SpA sotto la guida di Alberto Neri, rappresenta una delle prime console italiane dedicate al videogioco. Questa console era un esempio di come l’Italia stesse cercando di ritagliarsi un proprio spazio nel nascente mercato del gaming. Il Mesaton utilizzava componenti prodotti dalla Signetics Corporation, un’azienda produttrice di semiconduttori, successivamente acquisita da Philips.
Il cuore pulsante del Mesaton è il chip Signetics 2650, una CPU a 8 bit progettata per essere utilizzata in una varietà di applicazioni. Questo processore, commercializzato nel 1975, anche se progettato 2-3 anni prima, era particolarmente adatto per il suo basso costo e la sua flessibilità, caratteristiche essenziali per una console di videogiochi. Per la grafica, il Mesaton si affidava al chip Signetics 2636, un microcontroller video progettato specificamente per gestire gli sprite e la grafica su schermi televisivi.
Universal Game Computer
Parallelamente al Mesaton, un altro progetto stava prendendo forma in Italia: l’Universal Game Computer. Questo dispositivo, sviluppato dalla Cabel Electronic di Curno, in provincia di Bergamo, rappresentava un altro esempio significativo di innovazione tecnologica italiana nel campo dei videogiochi. Sebbene l’Universal Game Computer fosse simile al Mesaton per concezione e finalità, si distingueva per alcune caratteristiche che lo rendevano unico.
L’Universal Game Computer utilizzava anch’esso i chip Signetics, tuttavia, quello che veramente distingueva questa console era la sua presentazione e il packaging. La Cabel Electronic aveva investito notevoli risorse per assicurarsi che l’Universal Game Computer non fosse solo un dispositivo funzionale, ma anche esteticamente piacevole e facilmente riconoscibile per i consumatori. Questo aspetto, spesso trascurato dai concorrenti, ha permesso all’Universal Game Computer di guadagnare una certa notorietà sul mercato.
Il declino
Nonostante l’innovazione e l’ingegnosità dietro il Mesaton e l’Universal Game Computer, il loro successo ebbe una fine. L’arrivo di concorrenti più grandi e meglio finanziati, come Commodore con il Vic20 e, successivamente, con il Commodore 64, portò rapidamente al declino delle console italiane. Questi nuovi dispositivi offrivano una potenza di calcolo superiore, una grafica migliore e, soprattutto, un ampio catalogo di giochi e di software, rendendo difficile per il Mesaton e l’Universal Game Computer competere.
Documenti
1. Signetics 2650 microprocessor datasheet
2. Signetics 2636 PVI programmable video interface datasheet
Relatore: Andrea Contato
Presentatore: Sergio Gervasini
Riprese e audio: Fabio Massa (BioMassa) e Mariangela Sapia