Ghostbusters e computer anni ’80

Nel mondo del retrogaming, Ghostbusters è uno dei pochi videogame che molto mi ha divertito da bambino. Il gioco era ispirato al famoso film del 1984. In questa video intervista esclusiva per il canale ValorosoIT, registrata al Varese Retrocomputing 2024, Karl Voltolini (Vintanerd), ci guida in un viaggio nel mondo del gioco Ghostbusters e dei computer anni ’80, in particolare il Commodore 64 e l’Apple II.

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Ghostbusters: dal grande schermo al joystick

Ghostbusters, creato da David Crane per Activision e lanciato nel 1984, ha segnato una generazione di giovani appassionati di videogiochi. Basato sull’omonimo film, il gioco è stato pubblicato per diverse piattaforme. Dapprima è stato sviluppato per Commodore 64, successivamente fu portato anche per Apple II, ZX Spectrum, e più tardi per Nintendo Entertainment System e Sega Master System. Crane, già noto per il suo lavoro con Activision, ha saputo catturare l’essenza del film trasformandolo in un videogioco che permetteva ai giocatori di sentirsi veri acchiappafantasmi, guidando la leggendaria automobile Ecto-1 e affrontando spettri nelle strade di New York. Il gioco prevedeva l’acquisto di attrezzature, la cattura di fantasmi e un sistema di missioni ispirato direttamente al film.

Durante l’intervista, Karl Voltolini ha ricordato con emozione quando giocava a Ghostbusters sul Commodore 64. Dopo aver visto il film al cinema, l’esperienza di rientrare a casa e riavventurarsi nel mondo di Ghostbusters tramite il joystick era quasi magica. Questo gioco, racconta Karl, era un fenomeno culturale: la sua diffusione si basava sui floppy disk condivisi tra conoscenti che, nella sua zona, venivano duplicati e scambiati tramite posta. Anche nei negozi di informatica, all’epoca, si trovavano copie pirata dei giochi più famosi.

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Commodore 64 e Ghostbusters

Il Commodore 64 è stato un home computer davvero molto popolare negli anni ’80. Dotato di un processore MOS 6510 e del chip grafico VIC-II, il Commodore 64 garantiva una qualità video notevole e un sonoro coinvolgente tramite il famoso chip audio SID. Per questo motivo, David Crane ha sviluppato Ghostbusters proprio su Commodore 64, inizialmente. Le caratteristiche di questo home computer hanno contribuito al successo di Ghostbusters, arricchendo l’esperienza di gioco con simpatici effetti sonori e una grafica accattivante per il periodo.

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Secondo Vintanerd, il Commodore 64 era la piattaforma ideale per vivere appieno l’esperienza di Ghostbusters, grazie alle sua capacità video e audio. In effetti, anche io, da bambino, giocavo a Ghostbusters proprio su quel computer e poi, successivamente, anche sul Commodore 128, ma in modalità 64.

L’Apple II e le opportunità per le small business

Un altro momento significativo dell’intervista riguarda l’Apple II, un altro computer uscito nel 1977, per cui Karl confessa un’affezione particolare. L’Apple II, prodotto da Apple Inc., era un computer rivoluzionario per il periodo, noto per la sua affidabilità e flessibilità. Grazie ai numerosi slot di espansione, permetteva di aggiungere periferiche e schede accessorie come controller per dischi, schede audio e molto altro. Questa caratteristica ha reso l’Apple II fondamentale per il piccolo business e per le attività professionali. Karl Voltolini ha ricordato come questo computer rappresentasse una vera e propria piattaforma aperta, che offriva a piccole imprese e professionisti la possibilità di personalizzare il sistema per rispondere a esigenze specifiche.

Cosa c’entra questo con Ghostbusters? Il videogame è stato portato anche su Apple II, anche se con differenze rispetto alla versione per Commodore 64. I giocatori che utilizzavano l’Apple II potevano comunque vivere l’esperienza del gioco e delle sue missioni, sebbene il sistema non avesse le stesse capacità audio e video del Commodore 64.

Ghostbusters come fenomeno culturale degli anni ’80

Il film Ghostbusters (1984), diretto da Ivan Reitman, è un grande successo cinematografico degli anni ’80. Il cast era di primo ordine, con Bill Murray, Dan Aykroyd, Sigourny Weaver, Harold Ramis e Rick Moranis. La storia, che segue un gruppo di scienziati che diventano cacciatori di fantasmi. Ha mescolato commedia, horror e azione, creando un mix che ha conquistato il pubblico di tutte le età.

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Il protagonista, interpretato da Bill Murray, è diventato un’icona del cinema, e la famosa frase “Who you gonna call? Ghostbusters!” è entrata nel linguaggio comune. Il successo del film ha dato vita a un vero e proprio fenomeno culturale che ha attraversato diverse forme di media: dalle serie animate ai giocattoli, dai fumetti ai videogiochi. Questi ultimi, in particolare, hanno permesso a milioni di persone di entrare nel mondo di Ghostbusters e di “cacciare i fantasmi” attraverso il joystick, continuando l’esperienza cinematografica direttamente nei salotti. Così, la saga di Ghostbusters è diventata un simbolo di un’epoca, contribuendo a definire il decennio degli anni ’80: un periodo in cui la tecnologia, la musica, il cinema e i videogiochi si intrecciavano per creare un immaginario collettivo che ancora oggi rimane vivo.

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